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Dipl.-Vw. Dr. Ludwig Steiner

Il corpo militare italiano 1934 nella Val Pusteria
intervistatore:
Ruth Deutschmann
fotografia:
Benjamin Epp
copyright location:
Innsbruck
data della ripresa:
2008-04-29
traduzione inglese di:
Sylvia Manning - Baumgartner
traduzione italiana di:
Nicole D´Incecco
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1934
trascrizione:
Il corpo militare italiano 1934 nella Val Pusteria Se sto parlando degli eventi del luglio 1934, allora forse è interessante: In quel periodo ero in vacanza in Alto Adige, come quasi ogni anno nella Val Pusteria, St. Lorenzen bei Bruneck. Facevamo molte gite in bicicletta con lì gli amici. In famiglia erano sette bambini, di questi sei maschi di tutte le età. Quindi c’era molto movimento. E tre giorni prima di questo 24 luglio ’34, quando a Vienna fu tentato il colpo di stato dai nazionalsocialisti, io il 22 luglio ero sul Campolongo nelle Dolomiti. Poi vidi improvvisamente arrivare su da Arabba un’enorme colonna militare. Ed il distaccamento avanzato era formato da un gruppo di bersaglieri, però per primi arrivarono gli ufficiali con una macchina. Noi ragazzi eravamo sdraiati là in mezzo all’erba. E poi uno chiese: „Di dove siete?“, e così via. Sapevamo tutti parlare un buon italiano, e dicemmo: „Veniamo dall’Austria.“ „Sì“, disse, „in Austria c’è la guerra. Noi stiamo per entrare marciando.“ Ma è ridicolo, in Austria non c’è nessuna guerra. Due giorni più tardi si venne a sapere del colpo di stato a Vienna. Perciò fu interessante, che lo stato maggiore generale italiano sapeva evidentemente giorni prima che sarebbe successo qualcosa. Nella Val Pusteria si schierò tutto un corpo d’armata italiano. Tutto quello che c’era di fienili o di altro era occupato. Lì si acquartierarono gli ufficiali, e che ne so cos’altro. Improvvisamente ci fu una potenza militare incredibile. Decenni dopo in quanto segretario del cancelliere incontrai il generale Liebitzky. Era il primo ispettore generale delle truppe del nuovo esercito federale. E gli raccontai questa cosa del 1934. Disse: „Tu, questo è incredibilmente importante per me.“ Da colonello fu l’adetto militare a Roma. Due giorni prima del colpo di stato a Vienna scrisse un telegramma al ministero dell’esercito con l’informazione che lui avesse sentito nello stato maggiore generale italiano, di progettato colpo di stato. E la reazione a Vienna fu nulla. Fu naturalmente contento nel dire: „Tu sei una delle prove che non mi sono immaginato qualcosa, ma ci sono i fatti che lo provano.“ Naturalmente, questi eventi nel 1934, come a febbraio il conflitto con lo Schutzbund, ebbero meno importanza nel Tirolo. Voglio dire, si svolsero piuttosto in modo minore, senza morti. Ed anche il colpo di stato a giugno, che avevo vissuto soltanto dall’Alto Adige, non direttamente a Innsbruck. Anche lì non successe niente di speciale. Il Tirolo era in gran parte, diciamo, cristiano-sociale, austro-pattriotico. Tranne la città di Innsbruck e forse Kufstein, dove, grazie ad avvocati e così via e l’università, era presente anche un forte elemento tedesco-nazionalista. Però in lite. Non fu poco interessante vedere questo.